lunedì 24 agosto 2015

L'arte appartiene all'eternità

"Nessun opera d'arte erotica è una porcheria, quand'è artisticamente rilevante, diventa una porcheria solo tramite l'osservatore, se costui è un porco."

(Egon Schiele - "Ritratto d'artista")


Buonasera cari lettori!
l'ultima volta ci siamo lasciati con una riflessione che univa il concetto di "espressione artistica" a quello di "dolore".
Oggi desideriamo dedicare questo articolo a uno degli esponenti dell'Espressionismo del primo '900: Egon Schiele.


Sebbene abbia avuto una breve esistenza, il suo talento sboccia sin dalla tenera età e lo porterà a divenire uno dei più grandi tra i grandi.
Ciò che va' a caratterizzare la sua vasta produzione artistica è la volontà di trasmettere, attraverso pennellate decise, corpi contorti, paesaggi spogli, il grande dissidio interiore che lo logorava.
Della sua sofferenza, Schiele ne ha fatto una forza. Fulcro del suo successo saranno tutta quelle serie di esperienze che lo andranno a caratterizzare come individuo nella storia.
Lo stile di Schiele richiama molto quello di Klimt sopratutto per l'interesse nei confronti dei corpi nudi e della sessualità maschile.
Egli concentra la sua attenzione artistica sulla figura umana, prendendo a modello sopratutto le donne che vissero con lui e ritraendole anche nei momenti più impensati (ritrasse l'ultima moglie durante l'agonia dovuta all'influenza spagnola).
La figura femminile viene vista come oggetto del desiderio, sebbene le donne ritratte indossino sempre un'espressione altera e sicura, che non trapela debolezze.
Le donne ritratte urlano nel silenzio della loro anima un senso di inadeguatezza nei confronti della società di cui son schiave.
 I colori son scuri, ben delineati, quasi a voler porre tutta l'attenzione dell'osservatore sul soggetto e basta.
L'ambientazione, spoglia e malinconica, funge da collegamento diretto con l'anima logorata e disperata dell'autore stesso. In questo modo va' ad apporre un'introspezione psicologica degna di nota, in cui ambiente e soggetto, sebbene ben delineati, entrano a far parte del medesimo meccanismo.
Ciò fa' sì che Schiele sia (implicitamente) presente in ogni sua opera e ne diventi un elemento sostanziale.
A questo punto si può affermare che non esiste più distinzione tra 'arte' e 'artista'. Non serve più. Essi sono strettamente necessari per la piena realizzazione di un qualcosa di più maestoso. Essi sono la chiave del magnifico.
Molto spesso, autori come Schiele (e più avanti vedremo ancora meglio con Klimt) vengono declassati e ridotti a 'pervertiti con disturbi'.
L'ossessione per il sesso, la voglia di superare questo tabù, il desiderio bramoso di averne ancora e ancora risiede, per la maggior parte, nell'occhio che si posa, superficalmente, sulla tela.
L'intento di Schiele non era atto all'aumento della masturbazione o del tasso dei segaioli (anche allora esistevano, non fate gli schizzinosi), ma quello di andare a criticare l'ipocrisia borghese e cristiana del tempo.
Era voglia di cambiare un meccanismo in una società mediocre, superficiale e prettamente falsa. Oggi come oggi, penso che sia più semplice, così come allora, catalogare tutto secondo considerazioni frivole e insensate. Tuttavia viviamo di magre illusioni. Tuttavia ci lamentiamo, e al tempo stesso non facciamo nulla.
Noi, personalmente, abbiamo imparato ad amare le opere di Schiele tardi, imbattendoci in una delle sue tele più famose: "L'abbraccio" (Gli Amanti).

 Ci colpì l'espressione della donna: arresa ai desideri di un uomo che sembra stia vivendo un'agonia lancinante. Lei è la vita a cui lui si avvinghia, la speranza di non morire, ma al medesimo istante, di farlo con accanto qualcuno.
Non stanno facendo l'amore. Non vi sono carezze, non emerge la piena unione dei due. Il loro abbraccio è un necessario e insaziabile attaccamento alla vita che sta scivolando via, silenziosamente. Tuttavia è soprattutto un allontanamento da essa, o se volete un estremo legarsi alla morte come se essa fosse finalmente 'riparo dai mali di vivere'.

"Tutto nella vita è morte; ogni atto ha un carattere di cessazione, di distruzione e più di ogni altro l'atto erotico: amare passionalmente, amare carnalmente, è un po' come morire."

Amare senza amore altro non è che vivere senza libertà di farlo realmente. L'amore di Magritte risultava platonico e ideale, Schiele sceglie di elevare l'amore nella sua essenza ultima: nella capacità di amare e di farsi amare. Senza il bisogno di censure, senza ipocrisie, ma nella maniera più umana possibile. Egli dipinge un concetto di amore eterno attraverso la rappresentazione della limitatezza dell'essere. Racchiude un sentimento infinito in un corpo destinato alla morte.
Ma la morte è forse la realizzazione più concreta di ciò che infondo è la vita. Essa è onnipresente all'interno del quadro, sia per i colori pallidi dei corpi, sia per quelli scuri dei capelli, sia per il lenzuolo che sembra voglia inghiottirli in una fine abissale, ma accogliente.
La paura e la voglia di morire di essi ci ha sempre lasciate attonite, come se non fosse necessario parlare: era tutto esattamente come e dove doveva essere. Ti ritrovi, di punto in bianco, a esser messo davanti alla tua condizione umana volta alla disgregazione e ti senti, per la prima volta, 'uomo'.


Schiele è stato il cambiamento che voleva vedere nel mondo.
Schiele, ancora prima di Gandhi, ha rotto gli schemi e ne ha dipinti di nuovi.
Schiele ha scelto di essere Schiele, grande tra i grandi.
L'arte di Egon ci rende liberi di perderci nell'infinito della nostra esistenza, di sentirci limitati, ci rende liberi di essere esseri umani in balia di emozioni che ci porteranno a dipingere il quadro della nostra vita.


Abbiamo deciso di cambiare impostazione rispetto agli articoli precedenti, in modo da renderli differenti, piacevoli e discorsivi. Speriamo vi sia piaciuto e abbia suscitato qualcosa, anche una piccola curiosità.
Non fuggite la realtà dei fatti, ma rendetela bella ai vostri occhi riuscendo a cogliere anche in qualcosa di terribile come la morte, un senso di rinascita.

Silvia Bottero, Claudia della Monica

da PensieriParole <http://www.pensieriparole.it/aforismi/arte/frase-64659?f=a:10421>

Nessun commento:

Posta un commento